Social lending: come funziona e rischi

In tempi di crisi economica, per evitare l’intermediazione delle banche, sempre più persone ricorrono al tra privati sia in presenza sia online. Uno strumento innovativo che sta prendendo sempre più piede è il Social Lending, noto anche come Peer to Peer Lending (P2P Lending). 

Si ricorre ai tra soggetti privati per tanti motivi: protesti, rifiuti da parte degli istituti di credito, tassi d’interesse più bassi rispetto a quelli applicati dalle banche, possibilità di ottenere un senza busta paga, ecc. Cos’è e, soprattutto, come funziona il Social lending? Quali sono i vantaggi ed i rischi concreti che si possono correre?

Social lending: cos’è e come funziona

Il P2P Social lending è un modello di crowdfunding che consente di raccogliere capitali tra soggetti privati ed imprese in cerca di investimenti/finanziamenti alternativi sfruttando piattaforme virtuali. La piattaforma virtuale di Social lending mette in contatto chi finanzia (prestatore privato) e chi ha bisogno di un prestito (richiedente) facendo incontrare domanda ed offerta. 

In Italia, sono ancora poche le piattaforma di questo tipo. Questi marketplace hanno regole privacy molto rigide. Consentono a privati ed imprese di ottenere prestiti e finanziamenti in modo sicuro, rapido, senza costi occulti. 

Il richiedente, per ottenere un prestito, deve avere certi requisiti di merito creditizio stabiliti dalla piattaforma di . Dovrà iscriversi, presentare domanda ed attendere. Il vantaggio è avere la possibilità di ottenere un prestito anche senza busta paga. Basterà offrire garanzie come fideiussioni, firma di un garante, cambiali, ecc. 

Chi richiede un finanziamento senza busta paga, però, in genere non ottiene prestiti d’importo superiore ai 5.000 euro.

Se il richiedente riesce ad ottenere il prestito, gli verrà erogato tramite bonifico accreditato dalla piattaforma virtuale. Il prestatore privato, per sicurezza, metterà a disposizione un importo suddiviso in quote, in modo tale da ridurre i rischi. 

I tassi d’interesse variano a seconda dei prestatori privati che erogano il finanziamento: mediamente, oscillano tra l’1,7% e il 5,4%. Il tasso di interesse riconosciuto andrà a remunerare sia la piattaforma (in forma di commissione) sia il finanziatore.Il debitore rimborserà le rate mensili automaticamente, tramite addebito diretto SEPA.

I vantaggi del P2P Social Lending

Ecco quali sono i vantaggi del Social lending:

  • accesso al credito semplice e rapido. Il privato o l’azienda invia la richiesta di prestito che la piattaforma elaborerà grazie ad un algoritmo valutando anche il merito creditizio. Il tasso d’interesse verrà proposto in base all’affidabilità del richiedente. Una volta che quest’ultimo avrà accettato il tasso proposto, la sua domanda verrà inserita e pubblicata sul markeplace. In seguito, il richiedente valuterà e sceglierà la migliore proposta di finanziamento;
  • rendimenti più elevati per i finanziatori dovuti al minor impatto dei costi strutturali di gestione ed assistenza sostenuti delle banche (gestione filiali, spese per il personale, marketing, ecc.);
  • trasparenza e flessibilità. I marketplace di P2P social lending si dimostrano sempre più trasparenti a tutto vantaggio dei finanziatori. I prestatori hanno la possibilità di scegliere chi finanziare diversificando il rischio, potendo scegliere tra vari richiedenti e diverse piattaforme.

I rischi del Social Lending

Dopo aver descritto i pro, passiamo ai contro.

Il Social lending presenta alcuni rischi:

  • chiusura temporanea o permanente della piattaforma che comporterebbe il mancato recupero dei fondi per il finanziatore. Per risolvere questo problema, i marketplace stipulano accordi con società finanziarie che, eventualmente, li sostituirebbero in caso di fallimento;
  • attacchi hacker e frode tra cui violazione privacy, furto d’identità, riciclaggio, furto di dati sensibili degli utenti;
  • default per insolvenza del richiedente. Attratti dal guadagno tramite commissioni, i marketplace tendono ad aumentare i volumi dei finanziamenti considerando, tra i richiedenti, anche soggetti non meritevoli. Aumenta, in tal modo, il rischio di insolvenza per gli investitori. Visto che non tutte le piattaforme garantiscono protezione agli investitori in caso di insolvenza, è bene controllare le garanzie reali offerte da chi chiede il prestito;
  • informativa insufficiente per i prestatori di denaro in quanto non possono conoscere tutti i dati del profilo del richiedente, tra cui il reddito o altri finanziamenti in corso.
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Informazioni su Jacqueline Facconti

Laureata in Economia Aziendale e in Strategia, Management & Controllo con 110 e Lode presso l’Università di Pisa, redattrice e collaboratrice editoriale per vari blog e siti Economici e Business
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