Ecobonus e prestiti: perché conviene ristrutturare casa

I cittadini italiani che vogliono ristrutturare la propria abitazione possono contare, anche per il 2020, su diverse misure che permettono di risparmiare sugli interventi di ammodernamento; si tratta sia di sgravi fiscali previsti della Legge di Bilancio del governo, sia della possibilità di ottenere per ammodernare e rendere più ecologica la propria casa.

La proroga dell’ al 2020 permetterà anche quest’anno di ristrutturare la propria abitazione ottenendo degli sgravi fiscali. I lavori edili spesso sono necessari in quanto il patrimonio immobiliare italiano, nella maggior parte dei casi, è antecedente agli anni ’70. Ammodernare un edificio o un appartamento consente di accrescerne il valore sul mercato e di risparmiare sulle utenze: applicare nuovi infissi alle finestre oppure installare il fotovoltaico può consentire un notevole risparmio di denaro.

Non tutti però dispongono delle somme necessarie a rendere più moderna ed efficiente la propria dimora; per tale ragione lo Stato consente di ottenere degli sgravi fiscali sulle spese di ristrutturazione. Molte persone ricorrono anche al , attraverso la cessione del quinto dello stipendio o della pensione. I finanziamenti per le ristrutturazioni consentono di avviare immediatamente i lavori e di usufruire delle agevolazioni fiscali.

Ecobonus 2020 per le ristrutturazioni di casa

L’ecobonus 2020 consiste in una serie di agevolazioni fiscali, ossia detrazioni da Irpef e Ires, di cui si può usufruire se si ristruttura la propria casa, accrescendone l’efficienza energetica. Le detrazioni sono previste per:

  • ridurre il fabbisogno energetico;
  • migliorare la tenuta termica dell’edificio;
  • installare pannelli solari oppure sostituire gli impianti di climatizzazione.

L’ecobonus riguarda anche le ristrutturazioni edilizie effettuate fino al 31 dicembre 2020. I beneficiari potranno ottenere, sull’Irpef, una detrazione del 50% delle spese sostenute, per un ammontare complessivo di 96.000 euro. Tra gli interventi di ristrutturazione edilizia rientrano:

  • la manutenzione ordinaria e quella straordinaria;
  • il risanamento conservativo e il restauro.

Si potrà ottenere una ripartizione della detrazione in 10 quote annuali, garantita fino al limite di spesa; ovviamente, al momento della dichiarazione dei redditi, bisognerà presentare al proprio commercialista la documentazione delle spese sostenute. La detrazione Irpef, con il tetto di 96.000 euro, è valida anche per quanti acquistano fabbricati ristrutturati ad uso abitativo.
All’interno dell’ecobonus 2020 c’è anche il , introdotto dal Decreto Mille proroghe; consente di ristrutturare il proprio giardino o terrazzo attraverso la realizzazione di:

  • sistemazioni a verde di aree scoperte e private di edifici già esistenti;
  • recinzioni e pertinenze;
  • pozzi e giardini pensili;
  • impianti di irrigazione.

La detrazione Irpef è del 36% sulle spese, per un massimo di 5.000 euro.

Bonus caldaia e bonus facciata

Il bonus caldaia 2020 è un incentivo che aiuta il contribuente a sostituire la vecchia caldaia con un modello nuovo a condensazione, con una classe energetica A o superiore alla A. Per quanto riguarda il tipo di agevolazione, si può scegliere tra due opzioni:

  • cambiare la caldaia, all’interno del piano di ristrutturazione della propria abitazione;
  • cambiare la caldaia con l’ecobonus, attraverso le agevolazioni per il risparmio energetico.

Si tratta di agevolazioni non cumulabili, dunque è necessario scegliere tra le due. Il bonus riscaldamento prevede la comunicazione all’ENEA dell’intervento effettuato, entro un termine di 90 giorni. Il rimborso Irpef viene spalmato in 10 rate annuali.
Il 2020 è stata una delle novità della Legge di Bilancio; si rivolge ai condomini che desiderano recuperare le facciate esterne degli edifici che sono ubicati nei centri storici, indicati come Zona A e nelle aree parzialmente o totalmente edificate, indicate come zona B. I lavori che fanno parte del bonus facciate attengono alla manutenzione ordinaria e riguardano:

  • lavori effettuati su balconi, fregi, marmi e ornamenti;
  • lavori di pulitura;
  • tinteggiatura esterna;
  • lavori su strutture opache della facciata.

Per quanto riguarda gli interventi operati sull’edificio, che mirano a migliorarne la tenuta termica, per esempio rifacendo l’intonaco della facciata, esistono delle condizioni e dei limiti: se la superficie interessata è superiore al 10% totale, in tal caso dovranno essere rispettati requisiti di trasmittanza e di efficienza energetica.

In tal caso, i contribuenti potranno decidere di intervenire con un cappotto termico, la cui voce di spesa rientrerà tra i lavori dell’ecobonus. Anche in questo caso la detrazione verrà ripartita in dieci rate annuali, tutte di pari importo; la prima quota verrà detratta a partire dall’anno in cui sono state sostenute le spese. Il governo non ha specificato alcun limite di spesa o di reddito per accedere all’agevolazione.

Ristrutturare casa con un prestito

Si può accedere alle agevolazioni dell’ecobonus anche dopo aver ottenuto un prestito. La soluzione più interessante è il a fronte della del proprio stipendio o della pensione. Si tratta di una possibilità che incontra il gradimento delle banche e delle finanziarie, in quanto gli istituti sono certi di rientrare in possesso di tutto il capitale erogato.

Il vantaggio della cessione del quinto sta nella non obbligatorietà della motivazione; al cliente, infatti, non viene richiesto come intenda utilizzare il denaro. Le tradizionali forme di finanziamento, invece, prevedono che il richiedente indichi l’obiettivo del prestito e fornisca tutta la documentazione relativa alle ristrutturazioni da effettuare. Possono usufruire della cessione del quinto:

  • dipendenti pubblici;
  • dipendenti statali e parastatali;
  • dipendenti di aziende private;
  • pensionati di INPS ed ex INPDAP.

Tra i beneficiari di un finanziamento con cessione del quinto della pensione e dello stipendio ci sono anche i soggetti protestati e i cattivi pagatori. In media si possono ottenere importi tra i 2.500 e il 75.000 euro. L’istituto procede a un’istruttoria, nel corso della quale verifica i requisiti del richiedente; si tratta di una fase di breve durata che si conclude, in caso di esito positivo, nell’erogazione del denaro entro un termine massimo di due settimane.

La cifra finanziata per la ristrutturazione dell’immobile dipende dall’entità dello stipendio e dunque dalla rata che il richiedente può pagare. Infatti la singola mensilità del piano di rimborso non può superare la quinta parte dello stipendio o della pensione percepita. Il piano di ammortamento ha una durata variabile che va dai 24 ai 120 mesi.

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